Che cos’è il cloud e a cosa serve? Se non sai che cosa sia il cloud e vuoi schiarirti le idee sei nel posto giusto. Dai un’occhiata qui…
Indice della guida:
Che cos’è il cloud e a cosa serve
Il cloud o cloud computing (in italiano nuova o nuvola informatica) è un termine che indica un modo di accedere a delle risorse digitali, senza averle fisicamente presenti davanti a sè.
In altri termini, per accedere, ad esempio, a dei dati presenti in una memoria, ci sono due modi. Accedere da vicino o accedere da lontano:
1) Accedendo da vicino, se ho un computer al quale posso attaccare una pennetta USB o un hard disk, avrà accesso diretto ai file presenti in esso.
2) Accedendo da lontano, se ho un sistema che me lo permette, posso accedere ad una memoria fisicamente assente davanti a me e presente, ad esempio, in un’altra nazione, o addirittura dall’altra parte del pianeta.
In pratica il cloud è la capacitè di accedere da lontano (sfruttando internet) ai server (e quindi alle memorie) dove vengono memorizzati dati informatici: immagini, chat, video, documenti etc.
Perché utilizzare il cloud?
Molte aziende come Facebook, Google, Dropbox etc. utilizzano il cloud computing per i propri prodotti. Questo perché, in alcuni servizi online, risulta più comodo accedere ad un file da un semplice browser (pensiamo a quando siamo fuori casa e vorremmo con urgenza dei documenti o dei dati), cioè semplicemente aprendo una applicazione in grado di farci navigare su internet (chiamata, appunto, browser web).
Pensa per un attimo di stare in vacanza fuori casa (oppure di esserti scordato la pennetta USB a casa) e di voler accedere comunque ai tuoi file (foto dei tuoi cari, documenti di lavoro, software) o ai tuoi software da un qualsiasi dispositivo connesso ad internet. Questo è possibile attraverso il cloud computing ed è per questo che questa tecnologia si sta diffondendo con rapidità presso il grande pubblico.
Se si utilizza un servizio che sfrutta il cloud, si può accedere da un qualsiasi pc (o dispositivo compatibile) ai propri file, basta semplicemente avere un accesso ad internet e ricordarsi i dati di accesso al servizio. Potenzialmente si può perfino accedere ad un software (che magari richiede specifiche operative altissime) installato dall’altra parte del pianeta per poterlo usare da casa, semplicemente dallo schermo di un qualsiasi dispositivo connesso a internet.
In più grazie al cloud è possibile fare un backup dei propri dati in un server, avendone una copia sempre disponibile.
Altro dato importante è la capacità del cloud di poter essere meno inquintante (a parita di servizi) rispetto alla controparte fisica: affidando ad una azienda i nostri file, si potrebbe ottimizzare la gestione degli stessi (magari) con più oculatezza rispetto a quanto di solito si fa nella vita reale di tutti i giorni (pensiamo anche solamente alla gestione personale dei rifiuti degli elettrodomestici).
Molti servizi sfruttano il cloud computing. Te ne cito solo alcuni:
1) Chat di messaggistica come Telegram e Facebook Messenger.
2) Servizi di archiviazione online come Dropbox e IDrive.
3) Servizi di creazione e gestione delle email come Google e Yahoo.
4) Servizi di videogiochi in streaming come Nvidia Grid e Playstation Now.
Quali sono gli aspetti negativi del cloud?
Come ogni tecnologia innovativa, anche il cloud ha i suoi aspetti negativi:
1) Il fatto di non avere fisicamente disponibili i file fino al momento del download può rappresentare un grande limite. Infatti, se per uno smartphone con poca memoria il cloud può rappresentare “una salvezza”, è anche vero che un dispositivo sarà costretto a dover “richiedere” ogni volta, file dopo file, tutti i dati necessari, limitando la velocità e la reattività del dispositivo stesso, a discapito dell’autonomia e della libertà che si potrebbero avere con i file archiviati “in locale”.
2) Spesso non si ha il pieno controllo dei file che si scaricano. Pensiamo, ad esempio, al caso dei videogiochi in streaming: se prima si acquistava un gioco, lo si installava nelle cartelle di sistema e lo si avviava da pc, con il cloud tutto questo processo potrebbe essere tranquillamente “nascosto” dalle case fornitrici dei servizi, impedendo l’acceso a qualsiasi file di sistema, per farci accedere solo a determinati servizi. Lo stesso discorso può essere fatto per le chat memorizzate in cloud: le nostre chat vanno a finire in server che (per quanto sicuri e criptati possano essere) non sono mai sotto il nostro controllo. Diciamo che utilizzando il cloud, in linea generale, si accetta di “affidare il controllo” dell’hardware (e spesso del software) alle aziende che ci forniscono i servizi cloud.
3) La dipendenza da una connessione (e spesso da una buona connessione) è un altro dato fondamentale per analizzare la tecnologia cloud. Non c’è cloud senza connessione alla rete. Ogni volta che vogliamo accedere tramite cloud a dei file che non abbiamo ancora fisicamente presente nei nostri dispositivi, necessitiamo di una connessione (a internet).
4) La dipendenza dai servizi cloud stessi per accedere ai file. Questo punto è simile al secondo ed è stato inserito per completezza e per trattare il tema della sicurezza. Senza una politica di trasparenza o in casi eccezionali (attacchi hacker ad esempio), infatti, alcuni servizi cloud potrebbero benissimo “permettere” ad altre persone di accedere ai nostri file senza preavviso e/o senza consenso.
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