Che cos’è il NAT e a cosa serve? Hai sempre avuto queste domande in testa e vuoi anche sapere la differenza tra NAT 1, NAT 2 e NAT 3? Dai un’occhiata qui…
Indice della guida:
Che cos’è il NAT e a cosa serve
Il NAT (o Network Address Translation, in italiano “traduzione degli indirizzi di rete”) è un meccanismo che permette di modificare l’indirizzo IP dei pacchetti di informazioni in transito attraverso il router (o altri apparati di rete) all’interno di una comunicazione in corso tra due (o più) dispositivi connessi alla rete.
Quindi, in parole povere, il NAT è quel meccanismo utilizzato per poter “nascondere” dietro un unico indirizzo pubblico decine e decine di indirizzi privati (e quindi altrettanti dispositivi connessi alla rete).
Il NAT è diventato importantissimo nel momento in cui gli indirizzi IP del protocollo IPv4 (il vecchio meccanismo di assegnazione degli indirizzi IP) hanno cominciato ad essere occupati tutti quanti, impedendo ad altri dispositivi di accedere (contemporaneamente) a internet.
Clicca qui se non sai che cos’è un Indirizzo IP e a cosa serve.
Difatti, l’aumento esponenziale dei dispositivi connessi alla Rete Internet Globale ha causato un intasamento di tutti gli IP (IPv4, più o meno 4 miliardi e 300 milioni di IP).
Nonostante l’introduzione del nuovo protocollo di assegnazione dell’IP (IPv6), questa tattica di “mascheramento” degli indirizzi privati (il NAT, appunto) è molto utilizzata sia per comodità sia perché ha i suoi pregi specifici.
Con il NAT, almeno un’interfaccia di rete è connessa alla rete interna e almeno un’interfaccia di rete è connessa al web. Grazie a questo “portale NAT“, tutti i dispositivi connessi alla LAN potranno accedere a Internet utilizzando – e quindi “sfruttando” – un singolo indirizzo IP Pubblico: quello creato dal modem/router tramite apposita interfaccia (il gateway).
Per capire meglio
Semplificando si potrebbe chiarire il meccanismo del NAT così: il nostro modem/router non fa altro che sostituire l’indirizzo di un nostro dispositivo (che richiede di accedere ad internet, quindi richiede un indirizzo IP) con il suo (un indirizzo IP Pubblico assegnato tramite il nostro modem/router dal provider internet, cioè ad esempio da TIM) per permetterci di accedere alla rete (e lo fa tramite una struttura dedicata chiamata gateway, una sorta di ponte comunicativo tra la rete privata e Internet) e nel farlo ne registra su un “bloc-notes digitale” (la tabella di NAT) l’indirizzo “richiedente” stesso, per restituire a noi le informazioni una volta che le ha ricevute dalla rete.
Tutto ciò accade per gestire in maniera differente i dati (rispetto al protocollo tradizionale) e perché il vecchio meccanismo di assegnazione degli indirizzi internet (l’IPv4, appunto) è “intasato” e ci sono più dispositivi che vogliono connettersi che vecchi indirizzi disponibili. Inoltre ciò accade anche perché usando un ponte (il gateway, appunto) si ha più controllo sulle informazioni in entrata e in uscita.
Quanti tipi di NAT esistono?
Esistono tre tipi diversi di NAT che potremmo avere durante la verifica della nostra connessione alla rete:
- NAT 1 o Aperto = Questo NAT si ottiene collegando i nostri dispositivi direttamente al modem/router.
- Moderato o NAT 2 = Questo NAT si ottiene collegando i nostri dispositivi al modem/router e al tempo stesso avendo aperto alcune porte della rete (Cioè avendo limitato al modem/router l’accesso alla rete in alcuni casi).
- NAT 3 o Stretto = Questo NAT si ottiene chiudendo tutte le vie di accesso ad internet (le porte) del nostro modem/router, o utilizzando un firewall, limitando di molto l’esperienza di interconnessione.
La traduzione degli indirizzi (o “address translation” in inglese) operata dal modem/router può avvenire in due modalità differenti. 1) Traslazione statica o Traduzione 1 a 1, nella quale ad un singolo indirizzo IP privato viene collegato un singolo indirizzo pubblico. 2) Traslazione dinamica o Traduzione 1 a molti, dove un singolo indirizzo IP pubblico è condiviso tra più indirizzi IP appartenenti alla stessa rete locale. Nella traslazione statica il dispositivo è collegato in maniera trasparente e univoca al web (questa modalità, però, non risolve il problema della scarsità di indirizzi IP pubblici). Nel caso della traslazione dinamica è molto utilizzata la tecnica della traslazione della porta (abbreviata in PAT o Port Address Translation), che consiste nell’attribuire una “porta di entrata” differente ad ogni “via di scambio dei dati” che viene a crearsi tra l’interno e l’esterno della rete.